giovedì 14 giugno 2007

Il Lavoro

Questi giorni sto lavorando come un negro, anzi, di più, perché da noi ci sono dei neri e non lavorano tanto come lavoro io sti giorni.



Esistono lavori e lavori, lavori faticosi, che ti fanno sudare la schiena, lavori di ufficio, che ti fanno sudare il cervello (e le ascelle), lavori politici, che più che farti sudare le palle non fanno (visto quanto lavorano).

Quando io mi metto davanti il mio porco computer del lavoro se c'è da fare faccio, se non c'è da fare comunque qualcosa lo faccio, perché l'ozio è il padre dei vizi, lo zio dei buoni propositi, il nipote dell'ingordigia e mi è giunta voce che se la intenda anche con l'avarizia, che è una gran sgualdrina.

Però molte volte sento persone che guardano a noi, ci puntano il dito contro e dicono "Tu non lavori, sei uno scansafatiche. Io lavoro".



Ora, se porto i soldi a casa e non sono un politico e neanche un "ammanicato" allora si deduce che sto lavorando.
Forse non mi suderà la schiena, ma mi suda tanto il culo e le palle.

Quel che vorrei far capire è che un "uomo di fatica" torna a casa la sera stanco come un animale ma nonostante la stanchezza se ha il dono e il piacere della lettura o dell'uso di apparecchiature elettroludiche (non i vibratori ma le console), li usa con gioia, perché ci si rilassa.

Noi poveri animali da pc, che tintinniamo tutto il dì su una cosa con le letterine, quando la sera torniamo a casa siamo: stanchi, incazzati, col mal di testa, se ci dici di fare un sforzo fisico ci scappa da bestemmiare, se ci metti un pc davanti rischiamo di vomitare.

Quindi, alla luce dei fatti, chi è il più frustrato e stanco quando torna a casa la sera?

La stessa gente poi che dice che "lavora e fatica e si stanca" mi da fastidio perché lo ostenta con gioia, il fatto che "lavora e fatica e si stanca".

Io quando la sera torno a casa, a meno che non mi devastano i cojoni in maniera oscena, non mi metto a dire "Dai lasciami in pace che sono stanco del lavoro" perché come ho lavorato io hanno lavorato anche i miei familiari e secondo me non sta bene ostentare la propria stanchezza davanti a chi è stanco.

Sarebbe come dire: "Te che non hai fatto un cazzo dalla mattina alla sera non rompermi i cojoni che io al contrario ho lavorato".

Però, continuo a dire, c'è sempre qualcuno che pensa di aver lavorato più degli altri, peggio ancora, alcuni credono che loro lavorano, gli altri si grattano i cojoni.
Forse chi la pensa così il più delle volte è talmente impegnato nel grattarsi le proprie di palle da non accorgersi che chi crede che si gratti le palle invece non se le sta grattando.

E comunque, grattatio pallorum, fugatio malorum.

Potrei cogliere una citazione, come la fattoria degli animali: "Siamo tutti uguali, ma qualcuno è più uguale degli altri".
Effettivamente non c'entra un cazzo, ma è bella è sta bene ovunque, un pò come il cacio sulle pere.



Io francamente, come avrete ben capito, lavoro e mi faccio il culo, essendo un programmatore il mio mestiere è risolvere problemi, non è facile ma appaga, a volte m'incazzo, a volte m'incazzo di brutto, a volte mi incazzo talmente tanto che il monitor trema, ma in fin dei conti mi diverto.
Però combatto sempre con una sorta di conflitto interiore, nel pensare che alla fine tutto quello che io do, tutto quello a cui io contribuisco alla fine rimane lì, in una serie di 0 e di 1, non uscirà mai nel mondo reale, se non sottoforma di carta, al limite, ma questo complesso un pò me lo porterò sempre e un pò invidio tutti quelli il cui lavoro porta a produrre qualcosa di concreto.

mercoledì 13 giugno 2007

Sapete

Sapete che il vostro prediletto soffre di una rara forma di invidia? Sì è vero, adoro leggere quei blog dove ci sono dai 20 ai 60 commenti per post, dove chi scrive viene osannato come se fosse un Dio, dove tutti ridono o piangono per quello che c'è scritto (a seconda del tono che tale scritto ha) e dove tutti elargiscono consigli, si preoccupano per l'autore/autrice o sono felici per lui/lei.

Invidio questi blog dove l'autore si sente un po' un nuovo comico del terzo millennio, un Montanelli telematico, un favoloso cabarettista; nel caso sia donna ancora più semplice, magari condito da qualche foto di tette, culi e figa (mi riferisco a chi ora a forza di questa roba ha anche uno spazio su un noto settimanale? ma no, che cattivi che siete).

Allora mi rendo conto che il blog è l'ennesima mania di protagonismo, nato come strumento splendido e sfruttato come merda al sole. Per cui tanto vale che anche noi ci uniamo al carro dei blog con mille milioni di commenti!
Ma la verità è che non ci riusciremo mai, perché non ci lamentiamo troppo, non siamo belli/emo/sorridenti/piangenti/trendy/dio/porco/madonna/merda.

Come sono insoddisfatto, nessuno commenta il nostro blog, non abbiamo schiere di fan che discutono le nostre liste della spesa, le nostre situazioni nel traffico, le nostre divagazioni pseudo idiote, nessuno che ci commenta il blog solo perché siamo fighe (fatevi un search, troppi ce ne sono) o perché siamo artisti.

Non scriviamo post in versi, ma potrei iniziare a farlo ora:

"M'addolora il vil pensiero
della madonna senza siero,
Gesù cristo l'ha scordato!
Che Dio sia dannato."

Forse questo non basta a renderci poeti, dovremmo provare a postare qualche foto che sia molto artistica, vagamente emo e molto porca. Ma non ho la macchinetta giusta e soprattutto non ho voglia di aprire Photoshop (vi siete accorti che a sto mondo nessuno fa più una cazzo di foto senza usare un programma di merda per ritoccarla?).
Dovrei iniziare a commentare blog altrui, stringere amicizie zie zie così io commento il tuo e tu commenti il mio anche se in verità a te NON FOTTE UN CAZZO di quello che scrivo e a me MENO CHE MENO.

Adesso ho finito, cercatevi pure un blog che abbia 4000 mila commenti, sia aperto dal 1919 e abbia figa. Porco Dio.