domenica 4 marzo 2007

La Domenica: i conti non tornano.

La Domenica è proprio un brutto giorno.
A parte il fatto che basti pensare che è il giorno del Signore e questo è già molto brutto di base.



E’ una sorta di ripiego per il Sabato speso inutilmente, speri che se il Sabato non ti ha soddisfatto, allora ci penserà la Domenica!
Ma chi vogliamo prendere in giro, gli obblighi istituzionali sono sempre in agguato.
Infatti la Domenica è un giorno che non combacia proprio con le proprie esigenze, qualsiasi cosa si poteva fare il Sabato, la Domenica non si può fare, perché la Domenica sono aperti solo i luoghi utili per gli obblighi istituzionali!
E poi una grande ombra grava sulla Domenica, la Domenica è l’annunciatrice del Lunedì, è peggio di un monatto, di un profeta di sventura.



E i conti non tornano, e no! Non tornano proprio.



Mentre tu sei lì, che fra te e te pensi alla fine della Domenica e pensi che in quei due giorni in cui potevi riprenderti, riposare per poter affrontare una nuova settimana da leoni, pensi che invece non ti sei riposato manco pel cazzo, pensi alla Domenica come al crepuscolo delle speranze rese vane, ecco che gli obblighi istituzionali ti additano e ti incolpano per tutti quei minimi obblighi (2-3) che non hai assolto, e se tu ti difendi facendo notare i circa 40-50 obblighi che hai assolto loro ti rinfacciano una ad una (quindi un 2-3) tutte le cose che hai fatto per te stesso e che avresti potuto sicuramente sacrificare per adempiere anche a quegli obblighi che ti erano rimasti da fare!

Quindi, i conti non tornano, te ti ritrovi che dovevi fare N cose ma è grasso che cola se ne hai fatte N sotto radice quadra, dovevi fare X cose per gli obblighi istituzionali, ma ne hai fatte X-1 o -2 e te lo rinfacciano, non ti sei riposato, non hai dormito come volevi, ti ritrovi con un giramento di cojoni che manco l’elicottero che ho disegnato sotto e inoltre l’indomani si ricomincia!
Ecco perché molte persone il Lunedì sono così raggianti, com’è vero che l’uccello in gabbia non canta per amor ma canta per rabbia, è vero che l’uomo non lavora per gioia ma per incazzatura!

E concludo qua, che a ripensarci i cojoni prendono il volo.

-_-

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