venerdì 12 settembre 2008

Il senso unico – One way

Viabilità: a volte mi chiedo se sia un semplice termine presente sui più comuni dizionari o sia qualcosa usato anche nella vita di tutti i giorni.


Me lo chiedo quando vedo una piccola cittadella, Santa Maria delle Mole, non molto grande, con poche strade e tante case e un solo passaggio a livello, senza neanche un semaforo al suo interno, dove i sensi unici sono stati studiati in maniera talmente blasfema da riuscire ad ingorgarne il traffico per diverse ore durante il giorno in una proporzione paragonabile al traffico di piazza Re di Roma a Roma fra le 17 e le 20 di Sabato sera.


Me lo chiedo quando vedo i soldi pubblici spesi per fare una rotatoria al posto di un incrocio semplice con stop, sempre nella stessa cittadella, in un punto dove avviene il passaggio di un’auto ogni 2 minuti circa nell’ora di punta. Ma a qualcosa è servita la rotatoria, ci si è incastrato un autobus di linea perché hanno preso male le misure nel farla.

Me lo chiedo quando vedo il paese dove abito che è un macello, semafori ovunque e messi male che ingorgano tutto, basterebbe una grossa rotonda (e ce ne sarebbe anche lo spazio già pronto), come quelle che stanno a Latina e tutto sarebbe più facile.

Penso a volte che lassù, fra i vari assessori, pezzi grossi, sindaci, divinità, ci sia qualcuno che fa delle cose non per migliorare il tuo tenore di vita e facilitare le tue azioni quotidiane, adempiendo così al proprio dovere per cui sono stati votati, ma bensì per farti dispetto, in qualche modo, per un proprio sordido diletto personale.

Sono ormai oltre due anni che lavoro in un’azienda che dista da casa circa 13 km di percorso extraurbano.
In questi anni il percorso è mutato più e più volte, ci sono stati lavori, blocchi, migliorie, ma in linea di massima il percorso non è cambiato mai, fino ad ora…

Ho studiato in questi anni attentamente il percorso, le tempistiche, gli umori delle persone, le nuvole, le rune e i fegati dei capibara nani del Paraguay per trovare la via migliore per l’andata e quella per il ritorno, migliore nel senso che faccio meno strada possibile e nel minor tempo.


Dopo studi e vari rimodellamenti stradali da parte dell’Anas ho convenuto che il percorso che devo fare la mattina per andare deve differire da quello della sera nella parte iniziale.

Difatti la mattina posso passare su una strada statale con molta facilità, evitando buche e strettoie di strade caserecce intorno casa mia, ma la sera la stessa strada, che devo percorrere per non più di 1-2 Km, è impraticabile a causa di un semaforo selvaggio.


La sera mi butto sulle caserecce, dove, dopo un zig zag iniziale, mi ritrovo su una strada, che sarà stretta, bucata e con auto parcheggiate in doppia fila da entrambe i lati, ma alla fine è una gran svolta, paragonando da questo punto quando mi ci vuole con le caserecce contro la statale ci saranno almeno 5-10 minuti di differenza (su circa 2Km, che non sono poco).

Praticamente il percorso era studiato così bene che in 20 minuti circa riuscivo a tornare a casa senza difficoltà.

Ma non è sempre tutto rose e fiore sul fronte hippie, come disse l’hippie in “Into the wild”.

Un bel giorno si sono messi a fare dei lavori sul pezzettino di strada finale che faccio alla sera, proprio l’ultimo pezzetto, tanto per rompere i cojoni proprio a me che passato quel pezzetto praticamente ero a casa, era come arrivare davanti al cancello di casa e trovare una transenna.

Vabbeh, faccio il giro, disturbato perché l’alternativa non solo mi allunga di 200-300 metri ma è anche un cesso abominevole di strada, stretta e dissestata. Praticamente è come se prima per arrivare a casa percorrevo un lato di un triangolo, ora gli altri due lati.


Alla fine scopro però che in realtà anche se il pezzo è chiuso puoi “forzare il posto di blocco” e passare lo stesso… finché non terminano i lavori e ORRORE!! Quel pezzo di strada lo hanno trasformato in senso unico… dal senso opposta da cui vengo io!!! Ma porcaputtmadonntroj.


Tradotto, due lati del triangolo a vita.

Finiti i lavori su quel tratto, iniziano i lavori sul tratto successivo, un pezzo di strada sempre di un 200 metri prima di quello che hanno chiuso da quel senso, ma io penso “Ma ti pare che mi fanno lo stesso giochetto pure qua? In fondo quello era quasi giusto metterlo a senso unico, ma questo è troppo utile in entrambe i sensi”.

Va avanti per un bel po’, mentre io mi smarco le ruspe e passo poi sui due lati del triangolo, bestemmiando per le buche.

Vado in ferie, ritorno: la svolta.

Evidentemente gli devono essere ronzate talmente tanto le orecchie a quelli dei lavori per via dell’alternativa poco ortodossa offerta, più anglicana direi, che hanno deciso di dare una botta di asfalto sui due lati del triangolo.

Questo lunedì terminano infine i lavori: DIO ESISTE ED E’ CONTRO DI ME.


Hanno messo il senso unico contrario anche sull’altro pezzo di strada, ma dioporcolaidozozzo.

Ora si che mi sento veramente interdetto, ora si che impugno il calendario, ora si che cadono i santi, cioè, mi hanno chiuso neanche 400 fottuti metri di strada e l’unica alternativa ora è:

Farne circa 600-700 di pura follia, col rischio di lasciarci due specchietti a sera, un paraurti, una fiancata e due ruote, che la Parigi Dakar in confronto è una pista ciclabile.


Fare la stessa strada della mattina mettendoci fra i 5-10 minuti ti più, non riuscendo più a tornare tranquillo e rilassato a casa in 20 minuti, ma tornando in 30 minuti stressato perché gli ultimi 10 minuti li hai passati incastonato nel traffico per fare 1 km.

Ora mi domando, ma di tante strade che c’erano e che facevano veramente cagare, perché proprio a questa dovevano andare a rompere i cojoni? Perché a senso unico? Ma soprattutto, perché in quel verso?

Cioè, l’avessi fatta ad andare e venire potevo anche starci, ma io la faccio solo in quel verso!

E’ come se da un giorno all’altro mi trovassi che una strada amica, corta, breve, agevole, confortevole non ci fosse più e in alternativa ci fosse o la pazzia o la violenza.

Ma che vita di merda.

Ma dopotutto la vita non può andare che in una sola direzione, in peggio, a senso unico, one way…

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